2013 - Sovranità in confitto / Sovereignty in conflict
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What money can't buy
For some time now, the market logic has pervaded every area of our lives: health, education, art, sport and politics…Without our realizing it, we have transited from a market economy to a market society, with strongly distortionary effects in interpersonal relations. How can we safeguard our moral and civil assets that money can’t buy?
Emerging economies and the global crisis
Some people claim that the invisible hand is qualified as such simply because it doesn’t exist. In any event, it is evident that with the increasing globalization of markets poverty has certainly not been reduced. On the contrary, inequalities are on the rise, both between states and within national confines. A biting critique of contemporary capitalism paves the way for an alternative and more equal vision of the economy, but also of society.
The Euro crisis: financial, monetary and fiscal stability
Pre-crisis received wisdom assumed financial stability would follow from price stability; the crisis proved otherwise. This presentation will argue that price, financial and fiscal stabilities are intertwined due to financial frictions. In downturns, optimal monetary policy should identify and unblock balance-sheet impairments that obstruct the flow of funds to productive parts of the economy. In upturns, diligence is required to avoid the emergence of similar imbalances. Closer cooperation between central banks, fiscal authorities and financial regulators on an international scale is needed to overcome current challenges.
Can the Euro survive?
Like the man falling from the Empire State Building who, after 50 floors, says “So far, so good”, civil servants and bankers periodically insist that the crisis is under control. In this lecture, it is argued instead that we cannot continue on this path, and a minimum (and realistic) institutional reform and change in policies are necessary for the euro project to return to being a positive component in the lives of European citizens.
Global inequalities: how can they be addressed?
Strong growth in emerging-market economies and developing countries has lifted millions out of poverty, reducing the gap between rich and poor for the world as a whole. However, in many OECD countries, income inequality has actually increased over time. This poses a challenge for policymakers worldwide: how to achieve strong growth and ensure that its dividends are shared equitably. Investing in education and skills, guaranteeing access to quality public services and making the most of tax-benefit systems will be part of the answer.
INET Lecture - The great wave
A number of economists, such as Robert Gordon, have predicted that the world is entering a long period of low or no growth – that the Great Wave of growth since the Industrial Revolution was a one-off surge which is now abating. Others argue that too little is being invested in R&D to fuel future innovation and growth. What are the drivers of this gloomy prognosis? And how, through public policy, can these drivers be re-directed?
What is financial globalization doing for us?
Policy makers have been encouraging capital to flow across borders. The benefits have to do with increased risk diversification and more efficient investment. The costs may have been inflated asset markets, bubbles and large current account deficits. Should we be in favour of more financial integration or stop the process?
Global economy - where it is and where it is going
Nemat Shafik will offer her unique perspective from the top management of the International Monetary Fund to discuss the current and future challenges facing the interconnected global economy.
Governing the global maufacturing chain
Globalization and technological innovation are “atomizing”, breaking up productive cycles into a multitude of small distinct units. This is leading to the disappearance of routine work in the advanced countries and new forms of poverty. Job creation in these countries is concentrated in non-tradable services only, and is infrequently associated with growth in wages and productivity. How and at what level can these processes be governed and the social costs reduced?
Democracy, "efficient" authoritarianism and economic growth: the Asian challenge and the European crisis
Contrasting the painful crisis that is hitting Southern Europe is the spectacular growth of East Asia and the “enlightened” authoritarianism of regimes like that ruling China. These examples pose a global challenge to modern mass democracies, because of the seeming greater effectiveness with which they manage to implement policies requiring a long time horizon, low permeability to populist pressures and relative independence from contingent interests.
Democracy, "efficient" authoritarianism and economic growth: the Asian challenge and the European crisis
Contrasting the painful crisis that is hitting Southern Europe is the spectacular growth of East Asia and the “enlightened” authoritarianism of regimes like that ruling China. These examples pose a global challenge to modern mass democracies, because of the seeming greater effectiveness with which they manage to implement policies requiring a long time horizon, low permeability to populist pressures and relative independence from contingent interests.
L'Europa tra 20 anni
Nei suoi primi decenni l’Europa è stata costruita pezzo per pezzo nella prospettiva dell’integrazione politica. L’euro sembrava un passo avanti nella stessa direzione e invece proprio per governarne gli effetti si è presa un’altra direzione. Ma l’Europa intergovernativa di oggi non ha futuro. O riprenderemo la strada dell’integrazione politica o tra vent’anni vivremo tra le macerie dell’Europa.
Globalizzazione e pace
Dopo i grandi massacri delle guerre mondiali, l’umanità ha saputo ridurre e contenere l’uso della forza. In questa riduzione ha avuto un ruolo lo sviluppo economico, che ha spostato l’attenzione dei governi e delle opinioni pubbliche dalla conquista militare alla crescita e al benessere. Allo stesso tempo, la globalizzazione ha anche provocato reazioni identitarie che hanno portato a conflitti violenti. Fino a che punto globalizzazione, pace e conflitto sono inestricabilmente legati?
Sovranità, proprietà e diritti
Nello spazio globale, nella sovranità sospesa o comunque incerta che si determina quando non ci si può più chiudere nell’angustia delle storiche frontiere, tra gli imperativi della sicurezza e la prepotenza del mercato è tutto un incessante riscrivere il catalogo dei diritti. È un mondo nuovo quello con il quale questo catalogo si confronta: emergere di comuni bisogni materiali, innovazione tecnologica, finanza senza regole, nuova distribuzione dei poteri. E tutto questo sfida le due categorie fondative della modernità: sovranità e proprietà.
La sovranità dimezzata: l'Italia e la Chiesa da Cavour a Crispi, da Mussolini a Berlusconi
La complessa vicenda dei rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica, con Roma simbolo e sede delle massime istituzioni di entrambi – un unicum rispetto a ogni altro paese –, è lunga ormai un secolo e mezzo e non sempre è stata un modello di armoniosa collaborazione. Spesso, prima e dopo il Concordato del 1929, si è trattato di una convivenza vissuta fra reciproche diffidenze e convenienze. Una ricognizione tra laicità e religione, in cui la delimitazione dei rispettivi ambiti è stata non di rado turbata o addirittura contraddetta da inopportune invasioni di campo.
Ciò che il denaro non può comprare
Da tempo ormai la logica del mercato ha pervaso ogni ambito della nostra vita: la salute, l’educazione, l’arte, lo sport, la politica... Senza accorgercene siamo passati da un’economia di mercato a una società di mercato, con effetti fortemente distorsivi nelle relazioni tra le persone. Come possiamo tutelare i nostri beni morali e civili che il denaro non può comprare?
L'unione bancaria per salvare l'Euro
Abbiamo una moneta in comune in Europa, ma le banche, che sono le istituzioni che la maneggiano, rimangono nazionali. E quando in un paese le banche si ammalano contagiano la moneta. Una vera unione monetaria ha pertanto bisogno anche di un’unione bancaria, come insegna anche l’esempio degli USA, dove nessuno mette in discussione la moneta comune anche quando le banche vanno male.
Economie emergenti e crisi globale
La mano invisibile, sostiene qualcuno, sarebbe tale semplicemente perché in realtà non esiste. Ed è comunque evidente che con l’affermarsi della globalizzazione dei mercati non si è certo ridotta la povertà, e si sono invece accresciute le disuguaglianze sia tra gli Stati sia dentro i confini nazionali. Attraverso una critica serrata del capitalismo contemporaneo, può emergere una visione alternativa e più equa dell’economia ma anche della società.
Cessioni di sovranità oltre la politica monetaria
L’opinione comune fra gli addetti ai lavori prima della crisi era che la stabilizzazione finanziaria sarebbe stata una conseguenza immediata del successo nella lotta all’inflazione. La crisi ha dimostrato il contrario. Prezzi, stabilità fiscale e finanziaria sono così strettamente intrecciati, che su scala internazionale è necessaria una più forte cooperazione tra banche centrali, autorità fiscali e soggetti regolatori della finanza.
Può l'Euro sopravvivere?
È come se un uomo che precipita dall’Empire State Building, dopo 50 piani, commentasse: “Per ora tutto bene!”. Uomini di governo, responsabili delle istituzioni pubbliche e banchieri periodicamente insistono nell’affermare che la crisi è sotto controllo. In verità non sembra questo il caso e non è più nemmeno pensabile continuare a battere la stessa strada. Per far sì che l’euro torni ad essere un elemento positivo nella vita dei cittadini europei c’è bisogno di un nuovo, minimo e soprattutto realistico disegno istituzionale, insieme a politiche conseguenti.
Diseguaglianze globali: come possono essere affrontate?
La crescita sostenuta delle economie nei mercati emergenti e nei paesi in via di sviluppo ha fatto uscire dalla povertà milioni di individui riducendo il gap tra i ricchi e i poveri del pianeta. Tuttavia, allo stesso tempo, in molti dei paesi dell’area OCSE, le disuguaglianze interne sono cresciute. Ciò pone una sfida globale alla politica: come ottenere una forte e consistente crescita i cui dividendi, però, siano equamente distribuiti? Parte della risposta risiede sicuramente nell’investire in istruzione e formazione, nel garantire l’accesso a servizi pubblici di qualità, oltre che nel migliorare l'efficienza dei sistemi redistributivi.
INET Lecture – La grande onda
Alcuni economisti, e tra questi Robert Gordon, hanno previsto un lungo periodo di crescita molto bassa o addirittura di stagnazione a livello mondiale. L’impatto della grande onda che si era generata ai tempi della rivoluzione industriale si starebbe esaurendo. Altri sostengono che si stia investendo troppo poco in ricerca e sviluppo, per stimolare le innovazioni e la crescita in futuro. Quali sono i meccanismi alla base di queste previsioni deprimenti? E come la politica economica potrebbe diversamente indirizzare il corso delle cose?
Globalizzazione finanziaria. sciagura o opportunità?
Nel recente passato i policy-makers hanno consentito ai capitali di transitare liberamente attraverso le frontiere nazionali. Questo permette una maggiore diversificazione ed efficienza degli investimenti. Ma può anche generare bolle speculative e causare deficit delle partite correnti. Dovremmo allora favorire ancora l’integrazione finanziaria oppure fermare questo processo?
Dov'è e dove sta andando l'economia globale
Il vicedirettore generale del Fondo Monetario Internazionale ci presenta la sua visione sulle sfide dell’economia mondiale. Quali politiche servono a livello nazionale e comunitarie per far uscire l’Europa dalla crisi? Cosa sta succedendo nei paesi emergenti? E in Nord Africa? Quale cooperazione economica può assicurare crescita e lavoro a livello globale?






















